Gli ambienti dove vivono sono i più disparati, vanno dalle zone predesertiche dell’america del centro nord, agli ambienti andini, in africa dal sud al nord, zone di pianura e di montagna, con temperature minime anche di 10° sotto zero fino sopra i 40°. In definitiva le possiamo trovare dappertutto.

Nel momento in cui decidessimo di coltivarne qualcuna diventa importante avere qualche indicazione sul luogo d’origine per adottare gli
accorgimenti giusti per il corretto sviluppo, oppure scegliere specie adatte alle nostre esigenze, in pratica temperatura minima per il riposo invernale, quantità di luce necessaria e il substrato di coltivazione (terriccio).
Al riguardo della temperatura minima, possiamo dire che 2-4° sopra zero sono sopportabili da un buon 70-80% delle nostre succulente, a patto che le piante siano ricoverate con il substrato asciutto in luogo protetto dalla pioggia e molto luminoso. Solo piante come Melocactus, Uebelmannia, alcune Mammillarie ed Echinocereus, Euphorbie e Pachipodium del centro Africa e soprattutto Madagascar e non molte altre, necessitano di temperature minime di 10-12 C°.
Temperature più elevate non inducono il periodo di riposo, diciamo, invernale e quindi nemmeno l’induzione alla fioritura, inoltre, se nel substrato è presente acqua, la pianta continua a crescere, ma non avendo la luce come freno, in gergo si dice fila, cioè si allunga, si deforma e i tessuti sono facile preda dei parassiti.
Al riguardo del substrato di coltivazione le cose sono più semplici in quanto oramai in commercio si trovano terricci specifici per le piante grasse che sono accomunati da una caratteristica, sono estremamente porosi, questo facilita la presenza di aria nelle radici e quindi il loro buono stato sanitario.
Gli appassionati esperti usano in varie percentuali, pomice, lapillo, sabbia, terriccio organico, terra di campo, torba e altro ancora, però alla fine ciò che li accomuna è la notevole porosità; se con una mano se ne prende una manciata e si stringe alla riapertura della mano si deve sbriciolare.
Con queste premesse possiamo intraprendere la nostra attività di coltivazione.